Filosofo tedesco della fine del ‘700, Fichte pone le proprie domande sull’Io e sul Non Io. Il fattore Mistico è fondamentale e l’uomo possiede/gestisce la propria libertà per il favore di Dio, una teoria della Grazia, insomma. Nella Dottrina Della scienza, Fichte spiega il sapere umano quale risultato di Autoriflessione e Coscienza. Ciò si avvale di tre princìpi autoritari e trascendentali.
Primo principio: dell’Io che afferma la propria esistenza; un Io soggettivo con capacità di azione;
Secondo principio: del Non Io, il quale si contrappone all’Io affermando che il sapere richiede una opposta identità;
Terzo principio: in cui si spiega che il pensiero è la risultante delle due figure che si oppongono (l’Io e il Non Io).
“Noi agiamo perché conosciamo, ma conosciamo perché siamo destinati ad agire; la ragion pratica è la radice di ogni ragione“.
Chiediamoci ai giorni nostri, quanto sia attuale e basilare questa spiegazione. Sia nei colpi di scena, sia per la ricerca della pace. A tutti noi, una riflessione.
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