Nihil sine ratione?

«Non accade nulla senza che sia possibile, a chi conosca sufficientemente le cose, indicare una ragione che basti per determinare perché è stato così e non altrimenti» scriveva Leibniz, nel tentativo di ricostruire il fondamento logico della sua metafisica.

Parole che possono farci sentire al sicuro quando ci sembra di affogare tra le onde di un destino poco piacevole, ma che, se guardate da un’altra prospettiva, possono diventare la giustificazione perfetta ad ogni imprevisto.

Credere di essere parte di un piano – di cui, tuttavia, non ci è dato modo di vedere il dispiegamento – è entusiasmante, un po’ come credere nell’oroscopo, perché ci rende eroi di un’avventura più grande di noi.

Ma che ruolo ha la nostra libertà in una prospettiva che risulta essere già determinata?

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4 commenti

  1. Raffaele Colaianni

    Rileggendo questo post mi ha fatto tornare in mente l’eterno ritorno di Nietzsche.
    Nietzsche aveva ipotizzato nella gaia scienza l’eterno ripetersi della nostra vita. Mi chiedo perché dovremmo accettare di buon grado il fatto di vivere una vita di cui siamo destinati a riviverla per innumerevoli volte?
    Tu accetteresti questa cosa?

    • Innanzitutto grazie per il commento e per lo spunto di riflessione!
      Per Nietzsche il fatto di sapere che la vita sarebbe ritornata ugualmente in eterno doveva essere il “movente” per agire in modo da desiderare l’eterno ritorno di essa. Quindi, se la tua vita fosse paradossalmente fatta solo di eventi piacevoli, perché non volerli rivivere?
      Il problema nasce se si pensa alla nostra vita, piena di eventi che non possiamo direttamente controllare e che spesso ci ostacolano dolorosamente.
      Personalmente, forse sì, accetterei di rivivere la mia vita, sperando di capirne sempre qualcosa in più rispetto alle volte precedenti. Insomma, è un’occasione in più!

      Syria Francioso

      • Raffaele Colaianni

        Quando frequentavo il corso di Furio Semerari mi capitava dopo la lezione di scambiare qualche opinione con una ragazza su questo tema. Lei mi disse le tue stesse parole. Nonostante tutto questa prospettiva mi angoscia e ti spiego il perché.
        Perché dovremmo volerne il ritorno di una vita di cui sappiamo che la rivremo nuovamente. Finiremo semmai per compiere tutte le scelte fatte nel corso della nostra vita. Saremo incantenati di fronte ad un destino a cui non possiamo sfuggire. Che ruolo può avere la nostra libertà in una prospettiva in cui ogni nostro passo è stato già determinato?.

        • Quella è proprio la domanda finale del mio articolo, a cui è estremamente difficile dare una risposta, motivo per cui l’ho scritto e per cui mi piacerebbe confrontarmi con altri.
          Provo a rispondere: io non credo che nel vivere noi percepiamo che ogni nostra azione sia stata già stata determinata (potrebbe essere già stata determinata, ma semplicemente non possiamo verificare questa cosa, tantomeno sapere prima cosa succederà!), quindi si tratterà sempre di prendere decisioni “con la nostra testa”, di agire come meglio crediamo e desideriamo, o almeno a noi sembrerà così. Nessuno ci annuncia cosa accadrà prima che accada. Per come interpreto io l’Eterno Ritorno nietzschiano, non credo che nella ripetizione della vita avremmo il ricordo delle precedenti, pertanto quella sensazione di essere bloccati in un destino già determinato non la si avrà.

          (Grazie per il commento, mi fa sempre tanto piacere)
          Syria Francioso.

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