La filosofia del denaro

Il denaro come simbolo dell’epoca moderna, quando il denaro diventa protagonista.

Viviamo in un’epoca in cui, forse più di ogni altra, il denaro è diventato l’unico generatore di senso. Georg Simmel un sociologo e filosofo tedesco e Karl Marx un filosofo, economista, sociologo, avevano già parlato di tutto questo.

Una delle tematiche che sta alla base del pensiero simmeliano, è l’irruzione delle masse, la metropoli. Ogni soggetto metropolitano è bombardato da impressioni, la vita nervosa è intensificata, non abbiamo paradossalmente il tempo di assimilare tutte queste impressioni sia dall’esterno che dall’interno, la vita psichica è completamente traumatizzata.

Simmel ci parla di uno scontro tra l’individuo e ciò che sta al di sopra; la cultura, la tradizione. Tutto ciò porta all’individuo a non esprimere se stesso in quanto la propria individualità viene vissuta come ostacolo, nei secoli passati libertà era sinonimo di liberazione dai vincoli, liberazione da.., adesso però bisogna puntare sulle specificità che io ho, conservando la mia differenza singolare all’interno di un mondo fatto di relazioni. Devo quindi valorizzare le mie peculiarità senza togliere i legami con gli altri.

E proprio qui che subentra il problema del denaro. Si passa dalla qualità alla quantità. La maggior parte dei rapporti diventano rapporti di scambio, basta dare dei soldi e qui le differenze individuali perdono importanza, diventando semplici funzioni. In questo senso il denaro, essendo il “medium dei medium”, esprime al tempo stesso estrema libertà essendone in possesso, ma al contempo l’individuo perde di vista progressivamente lo scopo ultimo. L’attenzione non è rivolta alla situazione particolare in cui lo scambio avviene, non si guarda chi lo usa, come lo usa, verso chi lo si usa; non si cura cioè del come e del perché, ma esclusivamente del quantum.

All’interno dei manoscritti economico-filosofici del 1844, nel terzo manoscritto troviamo una breve sezione dedicata al denaro, che qui proponiamo, nella quale Marx sviluppa un tema che aveva già toccato nello scritto del 1843. La questione resterà al centro della sua elaborazione successiva: il denaro è il grande mediatore, la potenza che regola il rapporto che l’uomo ha con se stesso e con gli altri. Marx aggiunge, “ciò che il denaro può comprare, quello sono io stesso, semplicemente il possessore del denaro medesimo, quanto grande è il mio denaro, tanto grande è il mio potere”. Ciò che io sono non è determinato dalla mia individualità, questa potenza decolora la singolarità, si perdono le fisionomie particolari e quindi non ci sono personalità.

In definitiva, con il denaro si arriva a misurare non solo la quantità, ma anche la qualità del mio vivere e del mio essere.

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2 commenti

  1. Quindi il denaro renderebbe tutti uguali senza esserlo davvero, è questo il significato del denaro oggi?
    C’è una uniformità col danaro che senza non ci sarebbe?

    • Asia scarpa

      Quando subentra il denaro qualsiasi relazione diventa una relazione di semplice scambio, il denaro è come se rendesse gli uomini semplici corpi senza testa, ovvero senza le proprie caratteristiche, peculiarità.

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