La fisica ai tempi delle idee marxiste contemporaneamente al regime di Stalin: Landau, un vero e autentico genio sovietico

Lev Davidovič Landau fisico sovietico nato nei primi del ‘900, fu tra i più importanti fisici del ventesimo secolo. Patriottista fervido con idee marxiste, la sua vita fu quella di un ragazzo prodigio, si laureò a diciannove anni all’Università di Leningrado e, dopo il classico grand tour scientifico in Europa occidentale, rientrò in patria; in U.R.S.S. cominciò ad accumulare con elevata rapidità successi scientifici e antipatie personali, a causa del suo temperamento provocatorio e irriverente.

Comunista e marxista convinto ma totalmente estraneo al materialismo dialettico (i precetti scientifici engelsiani e leniniani erano per lui privi di fondamenta) e, con gli anni, sempre più ostile al governo staliniano, finì per crearsi la fama di ribelle.

Collaborò attivamente con Niels Bohr, Oppenheimer e molti altri illustri, ed una volta tornato in patria divenne docente di fisica teorica a Kharkov.

Nel 1938, fu ingiustamente incriminato di tradimento dall’unione sovietica per spionaggio a favore della Germania. Restò fortunatamente solo un anno in carcere. Vinse il premio Nobel nel 1962 ed anche moltissimi altri premi prestigiosi grazie ai suoi studi fenomenali sulle transizioni di stato solido, sulla teoria della superfluidità dell’elio liquido e la predizione di numerosi isotopi dell’elio stesso.

Quella di Landau è la storia di un genio della scienza, uno degli ultimi fisici un po’ matti o particolari, ma anche di una comunità scientifica unica, sviluppatasi sotto un regime autoritario e violento; sottoposta a pesanti restrizioni, eppure con livelli di assoluta eccellenza; una comunità che Landau modellò, dandole dei caratteri peculiari (solidità nelle basi fisiche e matematiche, stretto rapporto fra teoria ed esperimento, lungimiranza sugli interessi di ricerca) che l’hanno portata a primeggiare nel mondo, e che ha mantenuto fino a quando, con la dissoluzione dell’U.R.S.S., non cominciò la dissolvenza tra il team dei suoi membri.

Landau era ateo. Nel 1957, un lungo rapporto del KGB al Comitato Centrale del PCUS affermava  le opinioni di Landau sulla rivolta ungherese del 1956, su Vladimir Lenin e su quello che definì “fascismo rosso”. Landau fu un comunista a tutto tondo, motivato dalla sua ideologia rivoluzionaria. L’impegno di Landau nel fondare la scienza sovietica si evolvette grazie alla sua devozione al socialismo. Nel 1935 pubblicò sul quotidiano sovietico Izvestia un articolo intitolato “La borghesia e la fisica contemporanea” in cui obiettava alla sottomissione religiosa e al dominio del capitale, che considerava tendenze borghesi, citando “opportunità senza precedenti per lo sviluppo della fisica nel nostro paese, forniti dal Partito e dal governo”.

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Un commento

  1. I russi hanno portato sempre genialità.
    Articolo ottimo che mi ha fatto conoscere un altro grande pensatore del 900.

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