Sarà capitato anche a te, almeno una volta, di avvertire come un senso di estraneità nei confronti della tua immagine riflessa, come se il corpo mostrato dallo specchio non corrispondesse all’Io che ci sta dietro. Galimberti fa riflettere molto nel “Libro delle emozioni” sull’errore che rappresenta considerare l’Io e il corpo come due entità distinte.
Non riconoscersi nell’immagine che di sé si proietta all’esterno non vuol dire altro che non ritrovarsi nel mondo con cui quel corpo quotidianamente si relaziona. Nel vedere il corpo come una gabbia, ignoriamo cioè, che questa percezione non è altro che il prodotto di una specifica modalità di essere-nel-mondo, e che quel corpo continuerà ad essere una gabbia non in quanto lo è, ma fintanto che quella modalità non cambia.
Ci avevi mai pensato?
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